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10 ottobre, 2011

L'Irlanda a Moncalieri




Credo d'essere un po' matta", spiega sorridendo Vanna Rubino. Carlo Lasagni, accanto a lei, annuisce con l'aria di chi potrebbe dimostrarlo: infatti porge una fotografia. "Erano i primi Galanthus della stagione", si giustifica Vanna "e una nevicata pesante, bagnata, minacciava di danneggiarli: allora ho sistemato un ombrello per proteggerli...".Il loro giardino, alle porte di Torino, è piccolo e squadrato: circa 700 metri quadrati compresa la villetta che si trova nel bel mezzo.
La più classica – addirittura banale – delle situazioni: una fascia regolare e pianeggiante di terreno. Ma una passione sconfinata e un filo di... "pazzia verde" possono fare miracoli. Solo due numeri per spiegarlo: Vanna ha vinto per sette anni consecutivi il concorso di giardinaggio della città, e all'ottavo gli organizzatori con delicatezza le hanno fatto capire che accettare ancora la sua iscrizione sarebbe stato come ammettere la Juventus al torneo di calcio dell'oratorio. Secondo dato: al momento, tra specie e varietà, il giardino ospita 523 entità botaniche diverse. "L'abbiamo impostato creando una successione di ambienti diversi, anche se lo spazio è tiranno, pensando a un ambiente romantico, rilassante. Per questo dominano i colori pastello, dagli azzurri ai viola, e mancano quasi del tutto i rossi", spiegano i propetari. "All'interno di particolari raggruppamenti botanici, poi, ci sono collezioni di specie e di varietà: la nostra passione sono le aquilegie, ma anche le felci e le Hosta ......

Angoli e anelli, il gioco dei disegni

Il giardino è formato da due anelli concentrici (interrotti dalla discesa che porta al garage), divisi da un prato di graminacee così ordinato e uniforme che si fatica a trovare un filo d'erba fuori posto; a febbraio, è punteggiato dai crochi. Pochi, per ragioni di spazio, gli alberi di alto fusto: tra gli altri un esemplare di Fagus asplenifolia dalle foglie strette e lobate, e un carpino vigoroso. Entrambi sono affidati alle forbici per potare di Pinin, terzo responsabile di tanta perfezione: ha settant'anni suonati e (ancora) l'agilità di arrampicarsi sui tronchi per recidere i rami più defilatí. Il primo ambiente che s'incontra, percorrendo in senso antiorario l'anello esterno, è il giardino roccioso: ecco l'Euphorbia characias – cresce spontanea sulle Alpi marittime – accanto a campanule, garofanini, lupini, Seduco e una raccolta di ellebori. Segue, sotto la chioma del faggio, una collezione di piante da foglia mescolate per tonalità insieme a Hosta, felci ed eriche. Quindi il carpino e la collezione di aquilegie."Il primo angolo è stato trattato col criterio del mixed border all'inglese", osserva Vanna, "e pensato in modo da presentare sempre qualche fioritura: ci sono Delphinium, lupini, Digítalis, peonie,anemoni multiple,astilbe". Seguono una cortina di bambù e una siepe con diverse varietà di Aucuba, fino a un Liriodendron che allunga i rami su un laghetto: d'estate servono da supporto per orchidee e Tillandsia.

Relax alla spagnola
Nelle sue acque, in cui nuotano alcuni pesci rossi, galleggiano le foglie delle ninfee e del loto e sta fiorendo l'Iris pseudacorus. Sui bordi trovano posto piante che amano il fresco e l'umidità: equiseto acquatico, Platicerium, Osmunda regalis, muschi, ma anche la comune pulmonaria dei boschi dalle foglie macchiettate di bianco.Poi s'incontra un gruppo di palme, Chamaerops humilís, cui si affianca una Strelitzia gigante dalle foglie simili a quelle del banano. Siamo prossimi all'angolo del relax, allestito come un patio alla spagnola: fanno da cortina verde Thuja e pittosforo, una collezione di aromatiche è in posizione strategica vicino al barbecue. Anche la comune insalata da taglio, allevata in ampi ciotoloni bassi, ha un ruolo ornamentale.
Già c'è da avere il capogiro. E siamo appena a metà strada: ora si imbocca l'anello interno, che costeggia la casa. Ecco i pelargoni, cavallo di battaglia anche di chi non ha un filo di pollice verde, ma che specie e varietà! Di tutti i colori: il 'Trank Headley" a foglie tonate tricolori e fiori rosa, il "Vancouver Centennial" con foglie marrone scuro bordate d'oro. E curiosità botaniche come il Pelargonium tetragonum, a rami lunghi.

Tripudio di forme e colori
Quindi un ampio spazio è riservato agli arbusti, alle gigantesche Gunnera dalle foglie larghe un metro e mezzo, poi le rose: antiche in prevalenza, bianche o color crema, compresa una splendida varietà "Claire matin" rampicante.Poco oltre un'altra zona a mixed border e, sul retro della casa, una Berretta calda che nella buona stagione serve per semine e trapianti. Poi un bell'acero giapponese e Aucuba, corbezzoli, Osmanthus,felci, le macchie sgargianti di azalee e rododendri. Un tripudio di forme e colori in una successione che sorprende. Bisognerebbe tornare di notte, alla luce dei faretti interrati in posizione strategica: sarebbero nuove suggestioni. A questo punto un'ammissione è d'obbligo: della ricchezza botanica di un giardino pur così piccolo s'è data un'idea solo marginale. Però merita ribadirne l'ispirazione di fondo, questa sì alla portata anche di chi non ha la predisposizione di Vanna, Carlo e Pinin: "Creare gruppi tematici tra piante affini," elenca Vanna, "prevedere fioriture scalari e se possibile profumate, limitare la presenza di alberi che creerebbero problemi di ombra e di radici superficiali, usare i fiori come i colori della tavolozza di un pittore, spezzare le linee rette creando quella sorta di - disordine ordinato - che è tipico del giardino inglese".
Ma un gioiello così, quanto lavoro dà? "Devo ammettere che è piuttosto impegnativo", spiega Vanna. "In condizioni normali un paio d'ore al dì, ma anche giornate intere nei periodi più intensi d'inizio o fine stagione, quando ci sono in programma trapianti o potature. All'irrigazione, invece, provvede per fortuna un sistema interrato". Poi c'è da tenere in considerazione il tempo da dedicare alla visita di mostre e vivai, in Italia e all'estero, per trovare nuove ispirazioni e cercare altre piante con cui arricchire il giardino: "Il nostro principale punto di riferimento è però il vivaio di Eufrasia Burzio, a Moncalieri, con le sue splendide collezioni di pelargoni, viole e rampicanti insoliti". Il risultato è testimoniato dalle foto, scattate dal padrone di casa che è anche un provetto fotografo. È una versione in piccolo del Giardino dell'Eden, pare quasi di sentire la voce del serpente tentatore: "Vannuccia, l'hai saputo che sono arrivate le Clematis a fiore arancione?".

Enrico Bassignana

Foto Carlo Lasagni




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