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19 settembre, 2011

Il giardino all'italiana



Nella tradizione dei giardini formali non c'è niente di più classico del Giardino all'Italiana: formale, semplicissimo, mal superato dalle mode. Muovendo la terra, giocando con alcune siepi, mi sono trovata vicina ad averne qui quasi uno di questo tipo, ho continuato a seguire quella strada ed è nato il nostro Giardino all'Italiana.
Sei grandi rettangoli di siepi d'alloro tenute faticosamente basse (il bosso da noi non è egualmente rustico). Ai lati, ordinatamente distanziate, spiccano delle Magnolia grandiflora, impalcate alte e potate a grandi sfere, tappeti di Verbena peruviana viola, ben appiccicate al suolo riempiono i disegni. Un vecchio grande muro nascosto da una fitta massa di Erigeron e di rose contiene il terrapieno al nord. Abbiamo inventato piccoli diversivi per rallegrare le formalità, le siepi non sono tracciate nella parte lunga, in una linea dritta, ma al centro, rientrano formando come dei balconcini. L'idea è stata di Paolo Pejrone ed è a questo speciale movimento di siepi che l'intero disegno deve la sua originalità, ed alla fine anche la sua bellezza. Ai piedi dell'alloro in basso a terra sporge un volant di "convallaria". Nei rettangoli attorno ai tronchi delle magnolie e in quelli centrali senza alberi, grandi quadrati di Evonymus japonicus `Microphyllus' nano, tagliato a siepe bassissima riempiono e sottolineano la bella complessità di tutto il progetto. Guardandolo dall'alto dei gradini che salgono alla Vasca Spagnola lo si può vedere nel suo insieme e se ne possono apprezzare i bei movimenti del disegno e le varie fantasie che lo sollevano dalla severità di certe composizioni eccessivamente formali. E' il giardino più fotografato. Tempo fa "The Garden" lo ha scelto per la sua copertina. Ci sarebbero tante cose da dire sui giardini formali, ed in particolare sul giardino formale Italiano. Quello tradizionale fatto di prati, di bossi e limoni contenuti in vecchi bei vasi è una delle sue interpretazioni migliori. Il nostro, con quel tanto di impreviste distrazioni che lo rendono appena disgressivo si amalgama meglio agli altri giardini formali e liberi di questo complesso. Pur essendo chiuso da siepi, entrando nella sua atmosfera non ci sentiamo in un mondo troppo diverso da quello appena lasciato della Valle delle Rose. In qualche modo ritroviamo qui una certa naturalezza che ci è sempre piaciuto riconoscere come il filo conduttore dei 39 giardini della Landriana. Ha i suoi momenti più belli quando le rose sono in fiore e l'Erigeron è al massimo, e tutte le verbene si stringono in un solo colore. Ma anche se le fioriture sono passate, il buon disegno resta sempre: le siepi, le magnolie, i quadrati di Euonymus bastano a mantenerlo vivo. Bastano se le siepi sono meticolosamente potate. L'ordine è condizione essenziale per la bellezza di qualsiasi giardino formale. Ci possono essere giardini formali che tendono a cadere nella noia, il nostro all'italiana non mi pare però corra pericoli del genere. Bisogna stare attenti, nella vita la noia è sempre in agguato, e lo è anche nei giardini.

Lavinia Taverna

Tratto da : La compagnia di un giardino


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