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16 settembre, 2011

Con i piedi per terra




La voglia improvvisa di concretezza, di stare fermo in piedi e poter pensare "qui sono sul mio", di mettere radici. E' un sogno che può essere anche abbordabile, dato che in Italia, sulle colline dove l'agricoltura non è più redditizia e il bosco ha riconquistato spazio, di terra abbandonata ce n'è tanta e a poco prezzo.
Questo desiderio ha colpito anche una viaggiatrice indefessa come Maurizia Giusti (la Syusy Blady di Turisti per caso), che sui colli bolognesi ha impiantato, in mezzo ai calanchi, il suo orto e una yurta mongola, la casa dei nomadi, monumento al suo nomadismo interiore. Ma lavorare la terra incolta da anni è difficile. Racconta Syusy: «Le patate non mi vengono, le erbacce prendono il sopravvento su tutto, innaffiare è una fatica improba».E'la disillusione dell'aspirante ortista, che tanti avranno provato, ma che lei ha esorcizzato invitando gli amici (e i bolognesi in generale, l'ingresso è libero) a darle una mano. Un po' lavoro e un po' festa, come raccontiamo in questo numero. Certo, davanti a uno spazio enorme chi è abituato alla dimensione del vaso può avere qualche momento di smarrimento. Perché acquistare la terra è un conto. Dissodarla, ripulirla dai rovi e farla ritornare produttiva è un altro. Richiede investimenti, tanto tempo, fatica e pazienza. Però, posso garantire personalmente, un orto dà comunque soddisfazione, già dal primo anno. Soprattutto se ci si affida ai pomodori. Già quando avevo a disposizione soltanto i vasi del mio terrazzo, i pomodorini a grappolo non mi hanno mai delusa. E come spiega Cristiana Serra-Zanetti, sono belli e buoni abbinati al basilico, insieme nel vaso prima che nel piatto. Accompagnati anche dai tagete, le tanto vituperate "puzzette", formidabili alleati nella lotta biologica, perché allontanano dal terreno i nematodi. Nei vasi, alla fine, i tagete non mi stavano mai, ma ora che ho l'orto ne ho fatto una fila intera, che illumina di giallo e arancio la terra nuda fra un filare e l'altro di pomodori.

Emanuela Rosa Clot
Direttore di "Gardenia"

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