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18 giugno, 2011

Reggia di Colorno


Le prime notizie relative ad un giardino attorno alla Rocca di Colorno risalgono alla seconda metà del XV secolo sotto la dinastia dei Sanseverino.

Con l’avvento di Ranuccio Farnese e sua moglie Margherita Jolanda di Savoia furono realizzate le mura di cinta e i riporti di terra vicino alla Reggia, che creano il dislivello tra giardino alto e giardino basso.
Sempre sotto i Farnese, e grazie all’opera dell’architetto di corte Ferdinando Galli Bibiena, iniziò la trasformazione da giardino all’italiana a giardino alla francese. Con l’estinzione della dinastia il giardino attraversò un periodo di decadenza e solo con l’arrivo di Filippo di Borbone i lavori ripresero, grazie all’opera di Petitot. Infine con Maria Luigia d’Austria nel 1816 avviene una ulteriore trasformazione del giardino, quasta volta in parco all’inglese.


Il restauro, realizzato dalla Provincia di Parma, ha ripristinato l’originario parterre della prima metà del Settecento. L’intervento si è sviluppato su 24.000 metri quadrati: due gallerie verdi laterali di Carpinus betulus, lunghe 120 metri, delimitano il parterre con un camminamento finestrato.

All’interno dello spazio centrale troneggiano quattro grandi aiuole a disegno geometrico in bosso con begonie rosa, ageratum blu, tagetes gialli e iris azzurri e gialli. Al centro una fontana circolare ha come contrappunto due fontane nella parte alta. Nel giardino sono collocati 46 vasi in terracotta contenenti piante di limoni, con stemmi dei Farnese, dei Borbone e di Maria Luigia e 22 panchine in legno in stile settecentesco.

Il parterre è recintato da siepi di Tilia cordata che nell’ellisse finale si collegano a una siepe di Taxus baccata. Fuori dal parterre e in asse con il disegno complessivo si trova l’ottocentesco laghetto con due isolotti, dal quale zampilla un alto getto d’acqua.

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