Il giardino come rifugio

Chi non ha avuto il proprio nascondiglio da piccolo? Un luogo che credevamo essere segreto e che magari i nostri genitori conoscevano benissimo ma fingevano di non conoscere.
Poteva essere un angolo nascosto della casa, del sottoscala o della cantina, ma chi ha avuto la fortuna di vivere la propria infanzia in un'abitazione con giardino questa esperienza non può non averla vissuta proprio in quello spazio all'aperto; una capanna costruita con materiali di fortuna, un nascondiglio fra le siepi, fra i rami di un albero, e così via.
In quel rifugio ci si sentiva liberi, lontani dai condizionamenti e dalle regole imposte da genitori e parenti. Ci si rilassava e ogni cosa che si svolgeva in quel piccolo spazio pareva più bella: scambiare le figurine con un amico, svolgere piccoli lavori per migliorare l'aspetto del rifugio, fare merenda. Penso che oggi, molti di noi, vivano il proprio giardino come un rifugio. Cerchiamo di ripararci dalle infinite regole che governano la nostra complicatissima vita, dal bombardamento d'informazioni e messaggi, dai condizionamenti! Come quando eravamo bambini, tutto ciò che facciamo nel nostro giardino appare più bello: conversare con amici, curare le nostre piante, mangiare all'aperto. Quando entriamo nel nostro giardino la velocità delle nostre cellule in ebollizione rallenta e pian piano il nostro battito si calma. La meravigliosa forza della Natura finalmente prende il sopravvento e torniamo a VIVERE. In questo numero ci sono due servizi di esperienze di vita che pare ricalchino questo spirito e, anche se distanti di un secolo l'una dall'altra, parlano entrambe di un rifugio: Simone Perotti (ex manager, oggi skipper,guida turistica e scrittore) e Edgar Wood (celebre architetto e designer inglese vissuto a cavallo fra '800 e '900) .Simone ed Edgar, in fuga dalle regole imposte dalla società, un bel giorno hanno scelto di vivere diversamente. Anche e con un giardino di mezzo. Buona estate a tutti voi.
Stefano Trentini, editore

Editoriale del numero 15