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16 aprile, 2011

Villa Lante (Viterbo)



Tra le ville, i complessi monumentali, le dimore storiche e i castelli presenti sul territorio viterbese, villa Lante interpreta meglio di tutti il più attuale concetto di rapporto tra architettura e paesaggio ambiente, tra costruito e natura. Ideata come residenza estiva dei vescovi di Viterbo e realizzata tra il XVI e XVII secolo per volere del cardinale Raffaele Riario, nipote di papa Sisto IV della Rovere, la villa si trova a sud del borgo medioevale di Bagnaia, alle pendici dei monti Cimini ed è ad esso collegata attraverso tre assi viari convergenti verso la piazza principale.




Il parco attualmente è annesso solo in piccola parte alla villa e originariamente era destinato ad attività venatoria e al riposo. Nel 1566 il cardinale Gian Francesco De Gambara, affascinato dal luogo, commissionò al celebre architetto Jacopo Barozzi, detto il Vignola, un progetto che desse concretezza e originalità alla sua idea.


Tra il parco di Villa Lante e il giardino formale esiste un rapporto tematico, costituito da numerose fontane presenti nel parco con elementi scolpiti in peperino e sedili distribuiti lungo i 18 ettari per gratificare la sosta durante le passeggiate. Il giardino formale è delimitato dal muro di cinta che costeggia la strada romana e, verso il parco, da muri di terrazzamento. Inizia alla sommità della Grotta del Diluvio, sullo stesso terrazzamento, circondata da alte siepi di bosso e sedili in peperino, si trova la fontana dei Delfini.

Il parterre è dominato al centro da una grande fontana quadrata, contornata da aiuole di bosso che, oltre a disegnare fantasiose forme geometriche, è modellato a mò di vasca. La fontana detta dei Mori è ripartita in quattro vasche che presentano al centro una barchetta occupata da un guerriero.

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