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05 marzo, 2011

Giardino di Ninfa


Il giardino di Ninfa è stato dichiarato Monumento Naturale dalla Regione Lazio nel 2000 al fine di tutelare il giardino storico di fama internazionale, l’habitat costituito dal fiume Ninfa, lo specchio lacustre da esso formato e le aree circostanti che costituiscono la naturale cornice protettiva dell’intero complesso.

L’istituzione del Monumento Naturale è l’ultimo tassello di un percorso che ha avuto inizio in epoca romana quando, nei pressi dell’attuale giardino, fu costruito un tempio dedicato alle divinità delle acque sorgive, le Ninfe Naiadi, da cui l’omonimo fiume Ninfa.
A partire dal VIII-IX secolo, quest’area aveva assunto un ruolo strategico per la presenza della Via Pedemontana: trovandosi ai piedi dei Monti Lepini, era l’unico collegamento alle porte di Roma che conduceva al sud della penisola quando la Via Appia era ricoperta dalle paludi. Per questo motivo il territorio di Ninfa, ricco d’acqua e non distante da mare, fu l’obiettivo sia di molte famiglie baronali romane sia della Chiesa.

La storia di questo luogo iniziò nel VIII secolo quando l’Imperatore Costantino V Copronimo concesse a Papa Zaccaria questo fertile territorio, chiamato Marittima, che al tempo contava solo pochi abitanti.
Dopo l’XI secolo Ninfa assunse il ruolo di città e fra le varie famiglie che la governarono ricordiamo i Conti Tuscolo, legati alla Roma pontificia, e i Frangipane, sotto i quali fiorì l’architettura cittadina e crebbe la considerazione economica e politica di Ninfa, tanto che nel 1159 vi fu incoronato il pontefice Alessandro III. Il futuro papa, Cardinale Rolando Bandinelli, fuggendo dall’Imperatore Federico Barbarossa trovò rifugio a Ninfa dove fu eletto nella Chiesa di Santa Maria Maggiore. Per vendetta l’Imperatore saccheggiò la città con il suo esercito.

Nei secoli Ninfa subì altre razzie e saccheggi a causa di controversie legate alle famiglie baronali che volevano ottenerla.
Nel 1294 salì al soglio pontificio Benedetto Caetani, Papa Bonifacio VIII, figura potente e ambiziosa. Anch’egli volle impossessarsi della Marittima. Nel 1298 aiutò suo nipote Pietro II Caetani ad acquistarla, segnando l’inizio della presenza dei Caetani nel territorio pontino e lepino.
Nel 1382 Ninfa fu saccheggiata e distrutta da parte di Onorato Caetani.
A causa della malaria che infestava la pianura pontina, la città non fu più ricostruita, i cittadini sopravvissuti se ne andarono lasciando alle spalle i resti di una città fantasma e la famiglia Caetani si spostò a Roma e altrove.
Ninfa non fu però del tutto dimenticata.

Nel XVI secolo il cardinale Nicolò III Caetani di Sermoneta, molto legato al territorio della Marittima e amante della botanica, volle creare un giardino delle sue delizie. Il lavoro fu affidato a Francesco da Volterra che progettò un hortus conclusus, un giardino delimitato da mura con impianto regolare, proprio accanto alla rocca medievale dei Frangipane. Alla morte del cardinale quel luogo di delizie, in cui furono coltivate pregiate varietà di agrumi e allevate trote africane, fu abbandonato.
Un nuovo tentativo di insediamento fu fatto da un altro membro della famiglia Caetani nel XVII. Il Duca Francesco IV Caetani, «buono al governo dei fiori», si dedicò alla rinascita dell’hortus conclusus ma la malaria costrinse anche lui a lasciare Ninfa.
Durante l’Ottocento il fascino delle sue rovine attirò molti viaggiatori che percorrevano l’Italia riscoprendo l’antico. La «Pompei del Medievo», come la definì Gregorovius, era un luogo spettrale, magico e incancellabile dalla memoria di coloro che la videro.

Alla fine dell’Ottocento i Caetani tornarono nei possedimenti da tempo abbandonati. Ada Bootle Wilbraham con i suoi due figli, Gelasio e Roffredo, si occuparono di Ninfa decidendo di crearvi un giardino in stile anglosassone. Bonificarono le paludi, estirparono gran parte delle infestanti che ricoprivano i ruderi, piantarono i primi alberi, lecci e faggi oggi maestosi, e restaurarono alcune rovine, fra cui il municipio, che divenne la casa di campagna della famiglia.
La creazione del giardino romantico all’inglese fu guidata soprattutto da sensibilità e sentimento, seguendo un indirizzo libero, spontaneo, informale, senza una geometria stabilita dove i sentieri si svilupparono sinuosi. Marguerite Chapin, moglie di Roffredo Caetani, continuò la cura del giardino e aprì le sue porte all’importante circolo di letterati ed artisti legato alle riviste da lei fondate, “Commerce” e “Botteghe Oscure”, come luogo ideale in cui ispirarsi.

L’ultima erede e giardiniera fu Lelia, figlia di Roffredo Caetani. Donna sensibile e delicata, curò il giardino come un grande quadro, accostando colori e assecondando il naturale sviluppo delle piante, senza forzature, ed evitando l’uso di sostanze inquinanti. Donna Lelia morì nel 1977, ma prima della sua morte decise di istituire laFondazione Roffredo Caetani al fine di tutelare la memoria del Casato Caetani, di preservare il giardino di Ninfa e il castello di Sermoneta, e di valorizzare il territorio pontino e lepino.
info foto
http://www.trekearth.com/

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