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24 maggio, 2010

Più dell'amor può il digiuno






Alla mia domanda (forse banale, ma non ingenua) sui motivi dell'aspetto sano e robusto del grandissimo giardino, il professor Múller, direttore del Giardino botanico di Monaco di Baviera, rispose
con poche chiare parole: "Noi cerchiamo di rendere a tutte le piante del giardino ciò che nel corso dell'anno togliamo". Lo sfaldo dei prati, quindi, le foglie secche, le potature e i piccoli rami sminuzzati: depositati e compostati vengono ridati sotto forma di leggere somministrazioni di humus, tutti gli anni, sparsi sulla superficie del giardino. "Niente di meno, niente di più".
Fu per me una risposta chiara e saggia e più che convincente. In fondo non era che rendere il tolto e sostituirsi alla natura. Quella natura che non spazza, non taglia e che fa decomporre il prodotto sulle radici stesse, sul posto stesso. Molte volte, invece, nei giardini si preferisce togliere e non sostituire, si tende a sfaldare, gettare e buttare: si ama perdere per sempre un capitale ricco di humus di foglie, rami, sfalci d'erba e spesso bruciare. Ci si dimentica per miopia (e per ignoranza) di somministrare ciò che la natura (molto più generosa di noi) concede e rende.Altre volte, raramente, per troppo amore e per inesauribile simpatia viene voglia di somministrare qualche cosa in più sulle radici delle piante. Vien voglia, infatti, di dare qualcosa di più della stessa spolverata (uno, mezzo centimetro di spessore) che il professor Miiller mi aveva raccontato. È il caso del giardino super alimentato o super ben tenuto di Vesterival, in Normandia, dove Greta Sturdza copre con affascinanti strati di materiale organico le radici di tutte le piante del grande giardino.Bellissimo da vedere ,rassicurante,ma dal mio (e non solo)punto di vista eccessivamente, e forse dannosamente alimentato. Ci sono infatti sul governo del giardino varie scuole e correnti di pensiero, tutte valide e degne di considerazione,ma ahimé, molto differenti tra loro. Va premesso che in giardino la dura scuola del digiuno mi può sembrare una cattivissima scuola: in terreno normale e ben drenato, da mangiare alle piante va dato, con generosità. È facile verificare, con molta semplicità, che le piante sostenute da una corretta alimentazione spesso siano piante forti, robuste, equilibrate. Piante che possono sopportare gli imprevisti di una vita spesso difficile, con facilità e con sicurezza. Una vita stentata e povera riduce le piante stentate e povere, tende (come per quelle troppo alimentate) a farle invecchiare precocemente e a crescere poco.Al pari, crescite troppo ricche portano spesso a piante con rami pesanti e deboli: il legno cresce veloce e fragile e la costituzione delle piante(in particolare arbusti e alberi) diventa squilibrata e debole. Non è con questo che si possa trovare il giardino di Greta Sturdza un giardino debole, quello no, però... Anzi, alla vista, e va detto con franchezza, il giardino ha un aspetto lussureggiante, felice e attraente. Quello che a me fa paura sono le prospettive: le piante troppo alimentate (come detto prima) invecchiano velocemente, crescono troppo felici e troppo veloci. In natura qualche buona battuta d'arresto, qualche traversia, qualche giorno di digiuno sono tutta salute...
Un breve periodo di siccità fa bene a tutte le piante del giardino. Un buon equilibrio tra povertà e ricchezza, tra siccità e diluvi, è la vera fortuna di un giardino. Acqua nei periodi più asciutti e secchi e copiosi drenaggi per quelli più piovosi, sono la base di un giardinaggio facile, gradevole e corretto! Piante robuste e felici,in un giardino robusto e felice sono la base del successo:se sani e forti,i giardini possono diventare senza fatica anche belli.
Paolo Pejrone

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