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05 febbraio, 2010

Dove la natura è storia




Che cos'è il giardino? Per la nostra frettolosa civiltà è anzitutto una profumata appendice della casa, un'estensione naturalistica (e naturistica) che ne esalta la dimensione architettonica e insieme la separa dalle
volgarità circostanti,
un hobby distensivo alla cui esecuzione presiedono il gusto personale e la tecnica botanica. Manca, in questa visione, la misura sapienziale, ovvero il senso profondo del giardino: il suo essere teatro e metafora del mondo, racconto simbolico, atlante scientifico, espressione di erudizione, rilessione sul binomio natura/artificio fondamentale per la vita umana. E proprio questa colta lettura del governo del paesaggio che è insieme storia e progetto, passato e attualità, identità e ricerca  ispira da quindici anni una parte consistente dell'attività della Fondazione Benetton, nonché il Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino  assegnato al Kongenshus Mindepark realizzato tra il 1945 e il 1953 da Carl Theodor Sorensen (1893-1979)  con Thomas Church e Louis Barragán, uno dei massimi architetti paesaggisti del Movimento Moderno  in collaborazione con Hans Georg Skovgaard (1898-1969). Il parco, situato vicino a Resen nel cuore dello Jutland, nasce dall'idea di celebrare nel paesaggio e con il paesaggio la memoria della brughiera, un tempo elemento caratteristico dell'ambiente danese. In questo senso i suoi 1.200 ettari di erica incisi da una valle "tappezzata" di pietre recanti iscrizioni evocative costituiscono la rappresentazione concreta della storicità della natura e della sua imprescindibile componente antropica: perché la brughiera fu conseguenza dell'umano sfruttamento del bosco, a sua volta, almeno in parte, piantumato dall'uomo; e insieme prodromo di una radicale e capillare domesticazione agricola.Il giardino è un microcosmo fisico nel quale vanno cercati il senso del tempo, la misura dello spazio, il linguaggio delle infinite forme della Natura. L'importante è non confonderlo con la natura perché la storia insegna che la 'natura naturale' non esiste più. Del resto alla rinascita del sentimento della natura non corrisponde affatto la rinascita del giardino, e l'ansia ecologista che avvertiamo non dà risultati sul piano della vera conoscenza.Come sosteneva Sorensen, parlare di bosco o di alberatura naturale è un falso storico e allo stesso modo è un equivoco dire che, passado dal gniardino all'italiana o alla francese al giardino paesaggistico all'inglese ,si passa dall'artificiale al naturale.Nei giardini inglesi non c'è più natura che in qualunque altro impianto creato dall'uomo perchè dopo tutto l'arte dei giardini è sempre un dare forma all'elemento vegetale e inserire uno spazio di meditazione e mediazione tra la casa e il luogo in cui la contemplazione si fa luogo.

-Riccardo bianchi e Francesca De Col Tana.

1 commenti:

Romina ha detto...

Bellissima l'idea del giardino come metafora del mondo e racconto simbolico. E bellissima la foto.

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