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21 novembre, 2011

Villa Barbarigo Pizzoni Ardemani


E' il più bel giardino seicentesco del Veneto. A pochi chilometri da Padova, incorniciato da boschi e costruito alla base di un naturale anfiteatro ai piedi dei Colli Euganei, il giardino di Villa Barbarigo Pizzoni Ardemani
, si estende su una superficie di ben 150.000 mq. e si disegna come forse il migliore esempio dibarocco in Italia, sia per la sua bellezza che per la perfezione della sua conservazione.
Arriva infatti a noi intatto nel suo spirito grandioso, esattamente come lo volle, verso la metà del '600, Antonio Barbarigo, procuratore della Repubblica Veneta e fratello del Beato Gregorio. Il nobile Barbarigo, innamoratosi del luogo, decise infatti di trasformare questa tenuta di famiglia, con annessa villa cinquecentesca, in un colto e raffinato luogo di diletto. A prima vista l'insieme appare monumentale e l'idea architettonica complessa, invece il suo disegno risponde ad una pianta molto semplice: due grandi assi perpendicolari tra loro che formano quattro settori arricchiti di statue allegoriche e di fontane, dedicate alle divinità fluviali o decorate con un'iscrizione. Com'era nelle intenzioni di Barbarigo, in tutto il giardino si respira aia di mitologia, di simbolismi e divertimento, c'è il gusto tearale di stupire il visitatore con scherzi d'acqua e giochi. C'è insomma originalità e mistero oltre a tutti i tipici "effetti speciali" che caratterizzano il raffiato e profondo stile del giardio seicentesco. Spettacolare, prima ancora di entrare, è la vista del "Portale di Diana": era, all'origine, il monumentale accesso per chi arrivava via acqua e finiva col fermarsi lì nel bacino antistante. La statua della dea Diana spicca nel punto più alto del monumento a voler simboleggiare la sua funzione protettrice nei confronti della Natura. E se guardiamo attraverso la grande porta possiamo ammirare la prospettiva studiata apposta per fare da cornice all'asse principale del giardino, secondo una perfetta scansione di vasche e fontane dedicate ai fiumi e ai venti. All'interno percorriamo sentieri boscosi e viali rettilinei di grande respiro, contenuti da alte spalliere di bosso esemplarmente potate, e nel percorrerli non sentiamo mai la fatica dei dislivelli, perché la studiata gradualità ne annulla l'effetto, mentre il silenzio in questo ordinato disegno ci sorprende, con improvvisi sentimenti di quiete e serenità. In questa stagione il giardino si fa poi certamente particolare: gli 800 alberi di 126 essenze diverse, i 60.000 mq. di bosso potato, trovano una bellezza meno scontata, più misteriosa. Le prime nebbie, le luci oblique, le strabilianti colorazioni autunnali sono gli ingredienti di questa magia. In un punto appartato del giardino ci appare, in tutta la sua autorevolezza, l'imponente statua di Cronos, il signore del Tempo: è lì a testimoniare lo scorrere delle stagioni e infatti ecco che ai suoi piedi leggiamo l'iscrizione "Volan col Tempo l'hore e fuggon gli anni", un monito a riflettere sul ritmo della Natura, ma anche ad entrare senza affanno nel succedersi delle cose.
L'isolotto dei conigli, sormontato da una voliera che ospita piccoli uccelli variopinti, ci rimanda a nuovi effetti teatrali così come i giochi d'acqua prossimi ai sedili in pietra suggeriscono maliziosi scherzi. Anche lo splendido labirinto di bosso invita al divertimento, induce a nascondersi nei suoi tortuosi sentieri e ad abbandonarsi ad esso senza paura, anzi con il gusto galante di "perdersi". In tutto il giardino si percepisce un senso di armonia e di ordine che è anche di leggerezza. Il disegno molto rigoroso del giardino e la sua apparente freddezza non vogliono però essere l'espressione di un dominio dell'uomo sulla Natura ma al contrario vogliono rappresentare il desiderio di riprodurre della Natura, la spontanea armonia, l'equilibrio delle forme. Diana la dea silvestre,l'acqua essenza della vita, Ilt empo non sono che portavoce di questo mondo ideale e perfetto. Si legge sulla scalinata che porta alla villa: "Tu che curioso giungi e a parte a parte giri per rintracciar vaghezze rare, osserva e dì che s'una pur n'appare è tutto di Natura e nulla d'Arte!". Godiamoci nel passeggiare i tappeti dorati di foglie, la perfezione dei viali, la geometrica bellezza dei bossi, il mistero allusivo delle statue, ma prendiamo anche spunto da tanta simbolica bellezza per una riflessione sulle cose: brevi pensieri celesti.

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