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13 novembre, 2011

Il giardino Egizio.





Partendo gia' dal Vecchio Testamento, si narra dell'esistenza dell'Eden, il Paradiso terrestre, nel cui giardino il Signore pianto' numerosi alberi tra cui quello della vita e quello della conoscenza del bene e del male. C'era perfino un fiume che straripava dall'Eden per irrigare questo giardino.


Gia' dal Vecchio Testamento si notano gli elementi fondamentali presenti nei giardini antichi, e cioe': acqua (per l'irrigazione) e ombra (per rinfrescarsi e proteggersi dal sole).

Tra i giardini antichi, i più importanti (nonche' i piu' noti) sono quelli egiziani, risalenti ai tempi dei faraoni. Ne abbiamo degli esempi osservando le tombe, i dipinti sui muri o anche sui papiri dove troviamo sempre dei riferimenti ad alberi, giardini e piante in genere. Non possiamo rifarci, ovviamente, alle testimonianze dei giardini e delle case di quei tempi perché di loro ci rimane ben poco.

Tutto girava (e gira tuttora) intorno al grande fiume, il Nilo, che attraversa l'intero Egitto e che, a seguito di continue inondazioni del tutto innocue, non ha fatto altro che depositare lungo gli argini, limo e sostanze organiche che hanno reso i terreni circostanti molto fertili e facili da lavorare.

Per l'irrigazione dei giardini delle ville che venivano costruite in Egitto o per il riempimento di pozzi e/o vasche decorative (costruite a T oppure rettangolari), si era soliti ricavare dei canali che partivano dal Nilo per arrivare fino a destinazione.

In genere i terreni erano situati sopra il livello di piena del Nilo e quindi per portare l'acqua ai livelli superiori, si usava lo shaduf (tuttora usato in Egitto) e che consisteva in un elevatore meccanico costituito da una trave con in bilico alle due estremita' un pesante masso e un secchio legato ad una corda.

Il problema maggiore per quelle zone era l'eccessivo caldo che causava una rapida evaporazione e, per evitare cio', come testimoniano alcuni dipinti, si era soliti circondare gli alberi con dei bordi di terra per mantenere l'umidita'.


La struttura dei giardini dei ricchi egiziani e' bene o male la stessa: una vasca (generalmente a forma di T) circondata da alberi (quasi sempre sicomori, Ficus sycomorus); alberi per riparare dal sole (molto usate erano le palme da dattero con sotto i fichi comuni Ficus carica oppure i melograni, Punica granatum); c'era quasi sempre una vigna, gruppi di papiri, aiuole, vivai rettangolari, vasche con pesci ed uccelli acquatici.

Ovviamente, oltre ai grandi giardini delle persone piu' facoltose, esistevano quelli piu' piccoli (quasi sempre in citta') delle classi medie. Loro caratteristiche erano, invece, un pozzo con un albero per fare ombra, piccole aiuole, delle piante rampicanti e la vite selvatica; ogni tanto si potevano trovare dei fiori (soprattutto il papavero o il fiordaliso, Centaurea cyanus) preferibilmente rossi in quanto gli egiziani amavano i colori vivaci.

I giardini piu' grandi erano quelli dei templi e dei re costituiti da ville, terre, frutteto e una grande piscina, stalle per i cavalli e numerosi magazzini per riporvi le scorte alimentari.

Fra il tempio di Karnak e quello di Luxor, lungo tutto il viale in pietra che li unisce, si sviluppavano giardini favolosi costeggiati forse da 1400 sfingi disposte una ogni 4,5 metri. Ciascuno di questi era ricco di fiori ed erbe (acacia, aneto, aloe, cassia , coriandolo, cetriolo, menta, melograno, papavero, zafferano, lattuga, sambuco, ecc.).

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