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14 luglio, 2011

Seduzioni estive di un prato fiorito



Su un bordo della strada sterrata che conduce alla vigna, dove l'estate scorsa ho trovato soltanto rovi, quest'anno è apparso un piccolo miracolo di progettazione: fra i papaveri ormai sfioriti, il giallo vivace dell'achillea risalta a contrasto con una nuvola bianca di cilene, quegli allegri fiorellini dalla pancia grossa da far scoppiare tra le dita.
Più in là un verbasco dall'elegante sfumatura grigio-verde fiorisce poco alla volta. E poi ancora geranio dei prati, Matricaria chamomilla, scabiose. E Allium. Non credevo che ce ne fossero di così belli e grandi fra le piante spontanee che punteggiano i prati all'inizio dell'estate. Quest'anno sono esplose le fioriture, e dire che il mio contributo alla progettazione è consistito soltanto nel liberare il terreno dai rovi (anche se non del tutto) e da qualche altra pianta un po' troppo prepotente. Più che fare, un lasciar fare alla natura. E ogni settimana mi avvio verso la vigna con lo stato d'animo di quando, bambina, non vedevo l'ora di aprire la busta sorpresa acquistata all'edicola, piena di colori, o il nuovo libretto di fiabe illustrate appena ricevuto in dono. Salire per quella strada è per me sfogliare dal vivo, stagione dopo stagione, il grande libro della flora spontanea. A seconda di dove vi troviate, in pianura, in collina o in montagna, ogni campo incolto, ogni bordo di sentiero riserva le sue soprese (in Val Badia organizzano addirittura passeggiate nei prati, prima che i fiori finiscano nelle mangiatoie dopo lo sfaldo). Sarà bello allora fermarsi a guardare. E magari "aiutare" le specie spontanee nei propri giardini, anche soltanto facendo loro spazio. Per contrasto, mi tornano in mente gli spettacolari giardini messi in scena tutti gli anni al Chelsea Flower Show di Londra, che anche quest'anno raccontiamo con le immagini di Marianne Majerus e i commenti di Margherita Lombardi. Anche quella una visione, se pur di segno opposto, densa all'inverosimile di simultanee e perfette fioriture. Un miracolo di abilità, tecnica e conoscenza della natura allo stesso tempo. Anche quello uno spettacolo che, una volta nella vita, vale la pena di vedere.
Emanuela Rosa Clot
Direttore di - Gardenia -

Editoriale del numero 327 del mese di Luglio 2011

1 commenti:

agrivaro ha detto...

Guida ai prati nei climi estremi
I climi estremi, troppo umidi o troppo aridi, non favoriscono la crescita del prato. In qualsiasi condizione atmosferica è importantissima la cura delle radici, le quali hanno bisogno di composta per avere a disposizione nutrimento. Nei climi aridi c’e spesso mancanza d’acqua, occorre quindi scegliere graminacee che tollerino bene le condizioni estreme di siccità (per es. Stenotaphrum secundatum, Sporobolus indicus), il prato va coperto di composta leggera sia in autunno che in primavera, in modo da avere un terreno più ricco. Un clima troppo umido, favorisce le malattie ai prati, in quanto i microrganismi che le causano si diffondono più facilmente, il terreno va quindi tenuto sotto controllo ed analizzato affinché si evitino contaminazioni. Terreni di questo tipo vanno innaffiati solo dopo che l’acqua è stata ben assorbita ed la terra è ben asciutta. Con qualche piccolo accorgimento è quindi possibile avere un prato verde e sano nonostante il clima poco favorevole.
www.agrivaro.it

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