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09 luglio, 2011

Parco Paternò del Toscano

Il parco, situato alle pendici dell’Etna, in località Sant’Agata li Battiati provincia di Catania, si estende per circa tre ettari.
E’ fortemente caratterizzato dalla presenza di numerosi affioramenti lavici risalenti ad un’antica colata, che hanno consentito la realizzazione di spettacolari scorci di giardino roccioso con, fra le altre essenze, Agavi, Yuccae e Dasylirion in varietà.


La casa principale, sorta alla metà degli anni cinquanta, come i primi nuclei del parco, è situata nella zona più alta della proprietà. E’ proprio il forte dislivello fra la zona d’accesso al parco e la casa, superato da un sistema di terrazzamenti, uno dei motivi di maggiore suggestione. Il sistema, infatti, pur rievocando la tradizione dei giardini d’agrumi e dei vigneti presenti in tutto il territorio etneo, è sfruttato per creare ambienti rigogliosi, in cui è inserita, con estrema naturalezza, una grande varietà di essenze, provenienti da tutto il mondo.


Oreopanax peltatum (nord America, Messico), Chorisia speciosa (sud America), Dracaena draco (isole Canarie, isole di Capo Verde), solo per citarne alcune, qualche specie introdotta in Italia dallo stesso proprietario (ad es. Brachychiton rupestris, Australia). E poi la grande passione di Ettore Paternò del Toscano: le palme. Il parco ne ospita ben 42 varietà, dalle più comuni nel nostro territorio, come Chamaerops humilis (bacino del mediterraneo), alle più rare, come Phoenix rupicola (India), e Trithrinax campestris (Argentina, Uruguay).

Sul lato nord, la casa si affaccia su un salotto all’aperto, delimitato ad ovest da un colonnato; all’interno di questo spazio è stata pensata una piscina, alle spalle della quale la spettacolare vista del vulcano è incorniciata da due maestosi gruppi di Washingtoniae (W. robusta, Messico e W. filifera, California). Sul lato sud la casa si apre su un originale patio, dove numerosi gruppi di Trachycarpus fortunei (zone montagnose dell’Asia), come robuste colonne, scandiscono lo spazio ritmicamente; esso è valso a Ettore Paternò i complimenti di Roberto Burle Marx, ospite dello stesso in una sua visita a Catania.


Nella parte centrale della proprietà si trova il di bosco etneo: Quercus pubescens, Quercus ilex, Pistacia terebinthus ed altre specie autoctone, che il progettista ha conservato a testimonianza dell’antica vocazione del luogo, alle quali ha voluto, però, accostare altre essenze, che ben vi si sposassero: Cupressus sempervirens, Celtis australis, etc, per coltivare ed accrescere, come sempre ama fare nelle sue creazioni, ricchezza e diversità di vegetazione, sfruttando, come lui stesso dice, le immense capacità di accoglienza del clima mediterraneo.

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