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10 gennaio, 2011

Natura d'artista



Più che "un bel caso" questo che sto per raccontarvi,a proposito del pittore americano Sheppard Craige, è proprio unico. Sheppard, nato a Norfolk in Virginia nel 1942, vive, ormai da molti anni, in Toscana e precisamente a San Giovanni d'Asso, un villaggio non lontano da Pienza.
Di mestiere, fino a un paio di anni fa, era pittore, come sua moglie Francis Lansing, pittrice di qualità e nuotatrice di grande bravura visto che, quando scende in acqua per una gara, vince una medaglia d'oro. Bene.Perché il caso di suo marito Sheppard è singolare? Perché un bel giorno, andando in giro su un camioncino impolverato per quelle stradine bianche che ci sono da quelle parti, Sheppard vede un bosco. Si ferma nei paraggi, chiede intorno e gli dicono che quel bosco è in vendita. E lui lo compra. Fin qui, direte voi, niente di speciale. Gli andava bene così e aveva il denaro per comprarlo. Ma Sheppard, per il suo nuovo amre che è il bosco,smette di dipingere i suoi quadri che hanno come protagonista assoluto un cielo e qualche nuvolona, e, ai piedi di quello spettacolo celeste, appare, quasi timidamente, un barlume di come è fatta la terra sulla quale camminiamo... E adesso la sua passione è sistemare quel bosco.Da solo non ce la fa perché il bosco è grande almeno quattro ettari  o forse sei  e allora ne parla tra i ragazzi del paese, chiede se hanno voglia di lavorare per rimettere in ordine quel bosco, dargli un corpo, una fisionomia ai sentieri da percorrere, un disegno interno ed esterno, un carattere. I ragazzi, una decina, in cambio di uno stipendio si organizzano e ormai danno anima e corpo a quel bosco, convinti dalla specialità di quell'impresa più unica che rara. Poco per volta, con la pazienza dovuta alla sua immaginazione di progettista, Craige sottrae alla monotonia quel gruppo di ragazzi che prima di conoscerlo andavano, come invenzione massima, in discoteca, mentre adesso, dopo anni di duro lavoro, di scavo, di muratura e di precisi ordini quasi militari possono dire: beh, abbiamo sistemato quel bosco, ci siamo presi cura di lui, gli abbiamo dato una forma, un ordine e un carattere.Come si fa ad avere uno scopo nella vita? Semplice.Si va a lavorare per quel bosco che sta dalle loro parti, a San Giovanni d'Asso, tra quelle colline
 ancora intatte che fanno pensare a una cosa sola: al profilo di quando la pittura italiana era al massimo della gloria, in quegli anni favolosi che hanno avuto, in assoluto come primattori, proprio i pittori italiani.
Ho ricevuto qualche giorno fa da Sheppard Craige il libro che ha pubblicato sul suo bosco, un lavoro mai finito e questa invenzione, tipicamente americana, mi fa tornare in mente qualche grandiosa invenzione, quando, tanto per fare un esempio, inventarono la "Tennessee Valley Authority" che decise la trasformazione di quel gigantesco territorio dando una spinta e un ordine, geologico ma, soprattutto, costruttivo. Coraggio, sognatori di tutto il mondo, adoperate il vostro denaro al meglio e inventate qualcosa che ancora non esiste, un ordine alla natura, un progetto che vi richiamerà all'ordine così come un ordine, per molti, è avere una fede, cioè una religione.Quello di Sheppard Craige è un bel libro, ben fotografato, il testimone di come è stato progettato quel bosco e di chi ci ha lavorato per dargli l'aspetto che ha: cioè quello che ci fa desiderare di stenderci sotto una pianta, proprio lunghi distesi su quei prati... chissà se Sheppard la prima volta che è entrato là dentro si è lasciato andare... anche per riposare un po', e tirare il fiato ma soltanto dopo aver lavorato, tutti i giorni, dalle otto del mattino fino al mezzogiorno, quando tutti scappano dal bosco per andare a mangiare... e poi tornare a lavorare intensamente a quel progetto. Progetto che poco per volta è diventato vivo, vivissimo: comprare quel bosco per farlo diventare un parente della propria famiglia. Questo è il suo bosco. Una famiglia.

Testo di: Giorgio Soavi
Edito da: AD

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