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26 luglio, 2010

Pietro Porcinai


E’ stato il più grande paesaggista italiano del‘900.
Ha progettato sistemazioni paesaggistiche nelle scale più diverse: dal giardino al parco urbano, dall’area industriale al villaggio turistico, dall’autostrada all’area agricola. Tra i suoi oltre 1100 progetti, realizzati in vari paesi del mondo, vi sono anche straordinari giardini-paesaggio e cioè giardini nei quali l’uomo sembra non aver fatto nulla.


Nato a Firenze il 20 dicembre 1910, dopo aver conseguito il diploma di perito agrario lavora in Belgio e in Germania (1928-29).
Tornato a Firenze, dopo un’esperienza di lavoro presso l’Istituto di Agraria di Firenze (1932), lavora con il vivaista pistoiese Martino Bianchi.
Ritornato all’estero, conosce i più importanti architetti europei del giardino (Fritz Enchk, Karl Foester, Gustav Luttge, Russel Page, Geoffrey Jellicoe, René Pechère, Gerda Gollwitzer) ne apprezza le opere ed ha la possibilità di confrontarsi con il loro metodo di lavoro, le loro tecniche colturali, le loro soluzioni formali.
Nel 1937 inizia la sua collaborazione, seppure saltuaria, per la rivista di architettura “Domus” diretta da Gio Ponti. Nel 1938, a soli 28 anni, e già noto professionista, fonda a Firenze con Nello Baroni e Maurizio Tempestini uno studio che diventa presto un vivace punto di riferimento della vita culturale fiorentina, entrando in contatto con le famiglie importanti dell’imprenditoria che diventeranno suoi committenti fino al concludersi della sua attività. Nel 1947, insieme a Tempestini e Baroni, fonda le OP “Organizzazioni professionisti per la sintesi nel lavoro” nuovo studio associato, collegato con altri professionisti in varie zone d’Italia.
Nel 1948, al Jesus College di Cambridge, è fra i soci fondatori dell’IFLA (International Federation Landscape Architecture) insieme ad un gruppo internazionale di paesaggisti: scopo dell’associazione è diffondere la cultura paesaggistica nei vari paesi e dare maggiori riconoscimenti alla professione per migliorare la qualità della vita della società.
Dopo il 1948, consolidata la clientela privata, insieme ad incarichi pubblici di rilievo, ha opportunità di fare grandi esperienze internazionali: il progetto per l’Hansavirtel Park di Berlino (1956); la consulenza per Abu Simbel (1963); il progetto per la sistemazione esterna del Centro Pompidou (1973); il progetto dei parchi delle città dell’Arabia Saudita (1975/76); il concorso per Abidjan (1979) ed il concorso per il Parco de La Villette (1982). In queste esperienze Porcinai si dimostra nel pieno della sua maturità e libero di affermare le soluzioni in cui crede. Collabora con Ludovico Belgioioso ed Ernesto Nathan Rogers, Vittoriano Viganò, Marco Zanuso e Pietro Consagra, Riccardo Morandi, Oscar Niemeyer, Renzo Piano e Richard Rogers, Carlo Scarpa, Franco Albini e Franca Helg, ideando parchi e giardini che hanno acquistato il valore di un modello nel nostro tempo.
Difensore del patrimonio naturale e del paesaggio si è battuto a lungo per l’insegnamento del verde, del paesaggio e del giardino in Italia dove era costretto a registrare il massimo disinteresse delle scuole di ogni ordine e grado, e persino delle università.
Nel 1950 stimola la fondazione della sezione italiana dell’IFLA con pochi altri pionieri che danno vita all’AIAP (Associazione Italiana Architetti del Giardino e del Paesaggio) di cui Porcinai è stato per molti anni segretario e, a partire dal 1979, Presidente onorario.
Attorno agli anni‘60 decide di organizzare un centro educativo a Villa Rondinelli, lo studio che ha acquistato da poco a San Domenico di Fiesole che ristruttura e restaura: la villa avrebbe dovuto diventare un centro educativo e di incontro internazionale un modo per scambiarsi idee, esperienze ed opinioni come accadeva, un tempo, nei vicini giardini rinascimentali; purtroppo gli mancano gli aiuti necessari e la sua amarezza, negli anni successivi viene in parte alleviata dalle notizie che la sua battaglia non è stata combattuta invano e che a Genova e in altre Università italiane, le generazioni più giovani potranno impegnarsi in corsi di perfezionamento in architettura del paesaggio.
Impegnato a favore della professione, partecipa attivamente a vari consessi internazionali; nel 1971 partecipa a Fontainbleau al Primo colloquio internazionale sulla conservazione ed il restauro dei giardini storici indetto dall’ICOMOS (International Council of Monuments and Sites) dove è promotore di una commissione comune ICOMOS-IFLA tuttora operante che nel dicembre 1982 a Firenze redige la Carta italiana dei giardini storici, che è una sorta di decalogo per tutti gli interventi sul verde storico.
Ha ottenuto vari riconoscimenti ufficiali come il premio In-Arch 1960,l’ Award of Merit della School of Environmental Design dell’Università della Georgia e, l’8 giugno 1979, l’ anello di Friedrich Ludwig von Schkell conferitogli dall’Accademia Bavarese delle Belle Arti primo italiano e primo non tedesco ad aver ricevuto tale premio.
Per la sua vasta competenza professionale, è entrato di diritto nel gotha degli architetti europei del giardino: nel 1985, unico italiano vivente, poteva vantare un’ampia scheda biografica nel volume The Oxford Companion to Gardens di Sir Geoffrey e Susan Jellicoe.
Insieme ai numerosi progetti, Porcinai ha lasciato numerosi saggi che sono preziosi per comprendere la sua cultura, il suo metodo di lavoro e le sue scelte progettuali. Oltre ai suoi articoli pubblicati per la rubrica sul verde ed il giardino nella rivista “Domus” a partire dagli anni ‘30, i suoi scritti sono stati pubblicati su varie riviste italiane e straniere: Flora (Milano), Il giardino fiorito (Siena);-, Il geometra (Firenze), La rivista della ortofloricoltura italiana (Firenze), Garten un Landschaft (Munchen; i suoi interventi più importanti come difensore del verde, del paesaggio e del giardino sono i seguenti: Paesaggio stradale (1937), Giardini privati (1937), Giardino e Paesaggio (1942- Accademia dei Georgofili); _Ancora sul verde nell’urbanistica_ (1952 – Atti del Congresso nazionale di urbanistica; Il colore nei giardini e nel paesaggio (Atti del congresso dell’Istituto nazionale del colore 1957) Giardini privati oggi (Conferenza presso l’Istituto agrario di Firenze 1964); Urbanità e Urbanistica ( 1965 in l’Architecture d’Aujourd’hui);“Aree verdi e giardini oggi in Italia” (1976 – Mondo Verde – Euroflora Genova).

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