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08 gennaio, 2010

Un paradiso nascosto





A Roma, il parco "segreto" dell'Hotel de Russie si estende dietro l'edificio dell'albergo, da via del Babuino al Pincio.


LO STORICO GIARDINO dell'Hotel de Russie, che da via del Babuino sale fino al Pincio unendosi al verde di Villa Borghese, ritorna a fiorire nella primavera del 2000 con la riapertura dell'albergo da parte della Rocco Forte Hotels. In origine modesto vigneto, confinante con l'antico terreno che nei primi anni del Seicento il cardinale Sci-pione Caffarelli acquistò per crearvi una "villa di delizie", il giardino viene nel tempo nobilitato dall'architetto Giuseppe Valadier con un progetto "settecentesco". Valadier disegna secondo la moda dell'epoca un giardino con parti architettoniche, vialetti di percorrenza e spazi di sosta: innalza alcuni spalloni di verde e, con la derivazione dell'acquedotto Vergine che percorre la via del Babuino, crea dei luoghi di frescura, una percorrenza d'acqua con dei ninfei.Ora, la ristrutturazione del "giardino segreto", così chiamato perché nascosto dall'edificio,è stata affidata all'architetto paesaggista Antonella Daroda, che lo ha riportato il più possibile al suo assetto originale. È stata così conservata l'idea di compenetrazione architettura-natura, tema caro al Valadier, restaurando nella sua integrità la catena d'acqua formata da fontane e ninfei che dal Pincio scende fino al cortile e diventa l'asse principale del giardino, intorno al quale si snodano i sentieri che percorrono i vari terrazzamenti dove si alternano spazi panoramici, coredati di balaustre, sculture e aiuole fiorite. Gli alberi ad alto fusto ancora esistenti sono stati conservati (il più antico è un bell'esemplare di cedro del Libano) e sono state ripristinate anche tutte le aiuole in rocailles tipiche dell'epoca settecentesca, nelle quali sono state messe a dimora innumerevoli piante di alisso, mirto e antiche rose rifiorenti, che conferiscono al giardino un esuberante aspetto mediterraneo.Ai tempi del Valadier il giardino era anche un grande frutteto, come volevano le consuetudini dell'epoca; ai primi del Novecento conservava ancora aranceti e alberi di fichi, successivamente sostituiti dai palmizi che si sono bene integrati nel contesto del giardino. Famosa è rimasta la citazione di Jean Cocteau in una lettera alla madre durante la sua permanenza con Picasso all'Hotel de Russie: "Sono in paradiso... dalla finestra della mia camera posso cogliere gli aranci ...... Era il mese di febbraio del 1917 e all'Hotel si riunivano per discutere dei Balletti Russi Diaghilev, Picasso, Stravinskij.
Oggi, rispettando il progetto del Valadier, sono stati ripiantati lungo l'asse della catena d'acqua alcuni filari di aranceti, privilegiando le specie di aranci amari che mantengono i frutti quasi tutto l'anno, mentre i viali ricoperti di ghiaia sono delimitati dalla fioritura dell'acanto (Acanthus mollis), pianta conosciuta fin dai tempi dei Greci e dei Romani che usarono la forma delle foglie per il capitello corinzio. Nei ninfei sono ritornati rigogliosi i papiri.Alle origini di questo bel giardino, una vera oasi di verde nel centro della capitale, si ricollega anche la scelta di privilegiare il colore bianco, in tutte le sue delicate sfumature per le fioriture. Calle eleganti, cespugli di azalee, rose antiche a cespuglio e, per la pergola costruita a ridosso del muro di confine, l'esuberante Rosa banksiae, oltre a una profusione di gelsomini profumati. I reperti marmorei del XVIII secolo, compresa una vasca di epoca romana, sono stati collocati nei luoghi più significativi del parco e, qua e là, sono ricoperti dall'edera e dal muschio dando quel senso di antico mistero che avvolge tutti i vecchi giardini.
Dedy Ferrari clerici.

1 commenti:

Romina ha detto...

Che meraviglia! Nel leggere certe cose ci si lascia avvolgere da un incanto indescrivibile.

Ciao!

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