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03 aprile, 2011

Il paradiso del principe



 Per quanto avvocato, e se non basta napoletano, Ruggero Bonghi era uomo di poche parole, preferendo di gran lunga l'azione all'eloquenza: tanto che nel 1848, quando aveva appena vent'anni, era già stato costretto a fuggire in Toscana perché schedato come pericoloso sovversivo dalla polizia dei Borboni.
Più tardi lo troviamo a Milano e a Torino, città dove, dicono i biografi, stringe amicizia col Manzoni e con Antonio Rosmini. Lì si dedica agli studi filosofici (tradurrà dal greco, tra l'altro, i quattordici volumi della monumentale Metafisica di Aristotele) e alla critica, scrivendo un saggio - ancora oggi di sconcertante attualità, dopo più di cent'anni - sul Perché la letteratura italiana non sia popolare in Italia. Aveva bisogno, per queste sue nobili fatiche, di silenzio e di raccoglimento; e fu per questo che acquistò, non lontano da Stresa, una vecchia villa affacciata sul Lago Maggiore e circondata da un magnifico giardino.Poco dopo, però, dovette lasciarla, trasferito a Roma come ministro della Pubblica Istruzione (fu lui a imporre l'obbligo, tuttora osservato, della tesi di laurea scritta). La proprietà passa al duca di Vallombrosa, che ristruttura la residenza e mette a dimora, nel giardino, sequoie e altre piante esotiche fatte arrivare dalle Americhe e dall'Estremo Oriente.Infine, nel 1882, villa e parco sono rilevati dai principi Pallavicino, ramo genovese della grande dinastia i cui possedimenti, in età medievale, si stendevano dalla Liguria alla Romagna. I Pallavicino - come ancora oggi - vivono a Genova, nel cinquecentesco palazzo di piazza Fontane Marose; ma quella di passare le vacanze sul lago, anziché al mare o sulle montagne che dividono la riviera dalla pianura padana,è diventata una moda che in quella fine di secolo è appoggiata anche dagli igienisti: Paolo Mantegazza, il medico di fama odiato dai birrai perché consigliava di bere solo latte bollente anche nei giorni più torridi dell'estate, dichiarava che l'aria di mare consuma mentre quella del lago acquieta e ritempra. Molti benestanti genovesi, così, decisero di farsi la villa sul lago. Per i Pallavicino non si pose neppure il problema, grazie all'ingente patrimonio accumolato dopo secoli di fortune fatte come armatori, mercanti e banchieri; tanto che quando gli spagnoli del Cinquecento dicono che "l'oro del Nuovo Mondo è morto in Spagna ma è sepolto a Genova" è anche a loro che pensano.Così comincia una nuova gestione che, specialmente con la madre dell'attuale proprietario, arricchisce il parco di altre meraviglie botaniche e lo ridisegna secondo l'elegante tradizione all'italiana. Vengono aperti viali che hanno uno sviluppo di sette chilometri, scavati tra aiuole fiorite e alberi secolari, in un caleidoscopio di colori cangianti col passare delle ore, delle stagioni e persino delle nuvole in cielo; e vengono anche introdotti animali che la principessa portava come ricordo tornando dai suoi viaggi avventurosi in giro per il mondo: caprette tibetane, lama, daini, zebre,gru coronate, fenicotteri, nandù, e anche un cavallino Falabella, quelli che potrebbero essere definiti come i bon-sai della specie equina. Ma non è uno zoo tradizionale, perché qui gli animali vivono in libertà, affidati a custodi specializzati e sotto controllo veterinario.Il parco di Villa Pallavicino si stende su una superficie di oltre 15 ettari, quasi per intero coperti da querce, platani, larici, aceri, faggi, magnolie; e al posto d'onore, come si addice agli ospiti di riguardo, si levano le sequoie trapiantate dal Nuovo Mondo e un maestoso cedro del Libano. Nelle serre, altre rarità botaniche: alcune discendono da piante portate a Londra dai leggendari naviganti che, per ordine di Sua Maestà, battevano i mari di tutto il mondo alla ricerca del mitico albero del pane. E che magari, dopo tanti sacrifici, finivano sulla forca come gli ammutinati del Bount.

Testo di : Michele Orlandi

Lunedì 11 Aprile per "In viaggio con Roses" portfolio dedicato al "Parco della villa Pallavicino"su Rosesblog.it


1 commenti:

Federica ha detto...

Bell'articolo! complimenti, anche io tuo blog è molto interessante.
A presto
Federica

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