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21 febbraio, 2011

La metamorfosi meravigliosa


 E' il destino delle piante bulbose, gigli, dalie, fresie, gladioli, calle, giacinti, narcisi, tulipani: suggerire l'idea di una metamorfosi meravigliosa. Come in un gioco di prestigio, da un bulbo dall'aspetto neutro nascono fiori dai colori ricchi e dai profumi inebrianti.
Allegorici per eccellenza, i bulbi da fiore rimandano a grandi simbologie, alludono a conoscenze iniziatiche, a esperienze esoteriche, a sentimenti e stati d'animo. La storia dell'arte e delle arti decorative passa, almeno in parte, attraverso di loro. Accompagnano le scene pompeiane, aggettivano i santi e le madonne della pittura italiana primitiva, decorano scene sacre del Beato Angelico, stilizzati animano i capitelli romanici e l'arte plastica gotica. Con il rinascimento, il Manierismo e poi il barocco diventano protagonisti della scena artistica. Dominano i dipinti di Sandro Botticelli. Jan Brueghel il Vecchio ed Hendrik van Balen li sistemano in un cesto in primo piano nel loro Giardino di Flora, una spettacolosa tela settecentesca ricamata di ogni specie di fiore. Nelle corti si prende l'abitudine di esporli, di metterli in vaso. I tulipani hanno peraltro una storia a sé. Arrivati in Europa alla metà del Cinquecento provenienti da Costantinopoli e dall'Impero turco, diventano dapprima una presenza fissa nei dipinti allegorici e didascalici: con la loro forma a calice e l'intensa coloritura sono impiegati come allusione alla Vergine e simbolo dell'Amore divino. In Olanda, all'inizio del secolo successivo, si guadagnano un posto di rilievo nella società,
addirittura fomentano una mania collettiva, innescano un circolo economico che si autoalimenta: la gente ne coltiva alcune specie perché l'enorme domanda fa sì che vengano scambiate contro diamanti, oppure usate come dote maritale. Un quadro allegorico di un anonimo olandese mostra Flora, la dea dei fiori, intenta a
soppesare un tulipano e un sacchetto di gioielli; Jan Brueghel il vecchio dipinge i mercanti di tulipani come scimmie.Poi nel 1637, qesta profumata bolla speculativa scoppia, il tulipano torna un fiore qualsiasi, la sua fortuna appassisce: migliaia di persone si ritrovano d'improvviso sul lastrico. Ma la passione per i fiori bulbosi non sfiorisce, un secolo più tardi sarà il giacinto ad accendere, seppure in tono minore, analoghi deliri.
Di questa intensa stagione floreale restano tracce non solo in pittura ma anche nella decorazione della casa. Dalla Cina, per esempio, l'Olanda del Seicento prende ispirazione per fabbricare speciali vasi di maiolica che esaltano le doti del tulipano, vasi alti e architettonici, a forma di obelisco, di piramide, di ventaglio, somma di tanti vasi a beccuccio entro cui si collocano isingoli tulipani: sono le spettacolari tulipières, rivisitate oggi da designer innovativi come Jan van de Waart, Christian Tortu e altri, riproposte in materiali diversi, raffinatamente poveri come lo stagno, limpidamente trasparenti come il vetro e il cristallo che lasciano intravedere anche gli steli flessuosi, i bulbi compatti, le radici filamentose e decorative dei fiori.
Nicoletta del Buono


Nella foto
Claude Monet - Tulip Fields with the Rijnsburg Windmill


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